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Nuovo
228 pagine, Lego Narrativa.
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Marco Galeotto, alla soglia dei cinquant’anni, è un apprezzato maestro di musica e brillante direttore di coro. La sua carriera è all’apice, fino al giorno in cui strane e indecifrabili amnesie cominciano a turbare la sua quotidianità. Una storia struggente, sulla malattia, sul caos che determina non solo in chi ne è affetto, ma altresì in coloro che devono sobbarcarsi l’onere dell’assistenza, spesso abbandonati a se stessi, tanto dai parenti quanto dalle Istituzioni. Una storia d’amore, inteso non soltanto come passione, ma soprattutto come sacrificio e devozione, valori oggi grandemente dimenticati. Un romanzo che s’incide sottopelle, ricordandoci quant’è labile la linea che divide sanità e malattia, invitandoci dunque a godere appieno del tempo che ci è concesso.
Luca Favaro vive a Treviso. Grande appassionato di musica, canta in due cori, si diletta a suonare la chitarra e il pianoforte ed è attivo in varie attività di volontariato. Fino a oggi ha pubblicato solo racconti, questo è il suo primo romanzo.
Un caso di demenza presenile
I Si sa. L'autopsia di un essere umano serve a stabilire le cause della morte. Si esegue incidendo il cadavere, si esaminano corpo e organi, si rimuove la parte superiore del cranio e si studia il cervello. Infine si registrano i dettagli degli accidenti che hanno provocato il decesso.
Marco Galeotto, cinquantenne, direttore del coro "Voci del mondo", è all'apice del successo. Dotato di un forte carisma e di una passione instancabile, era riuscito a far volare fino al cielo le esibizioni dei suoi ragazzi. Gli ingaggi per gli spettacoli nei teatri famosi, le sospirate e ottenute collaborazioni con le orchestre più rinomate erano ormai la realtà, Marco ne era fiero, il successo raggiunto a sua volta lo spronava a fare meglio, a riuscire ad attrarre il pubblico con esecuzioni ai vertici di perfezione e bellezza. Era bravo, meritava i premi che gli venivano tributati; amava tutti i componenti del gruppo canoro e ne era riamato con la medesima intensità: questo era il fulcro del loro successo.
Questa era solo una delle sue fortune. L'altra, di essere amato come una divinità. Margot, bionda con occhi azzurri, un corpo perfetto, di una sconvolgente bellezza, lo amava con passione incondizionata. La fanciulla di venticinque anni, moderna, emancipata, economicamente indipendente, quando provata da una sorte assurda dimostrerà di poter sopportare tortura e miseria per il bene del suo uomo.
L'alzheimer è una demenza progressiva inguaribile, l'autopsia di chi ne è affetto serve solo a confermare la diagnosi. La lunga strada prima di arrivare alla morte è l'inferno, assoluto, orribile. La vita di chi lo deve assistere è alla pari allucinante, come un tempo vuoto e infinito.
L'autore inizia blandamente a descrivere il decorso, con l'attenzione del patologo che esegue l'autopsia, pone sulle pagine i pezzi sempre più numerosi del male, i colori sono grigi. L'esposizione mostra, con il sapiente centellinare degli episodi, il lento susseguirsi delle dimenticanze, sottovalutate, credute conseguenze dello stress, mentre il male, tra pause e riprese inesorabili, fa pasto del cervello di Marco, riduce a irriconoscibili brandelli la coscienza, ne fa un' esplosione di inconsulta violenza. Il crescendo è tragico, lo si sente in tutto il suo orrore dallo scorrere del testo, dai periodi incalzanti che ci spalancano l'abisso delle umiliazioni e sofferenze. Per la voragine di azioni e gesti disumani il lettore procede, inseguito dalle parole: è posto nell' attesa spasmodica di scoprire fin dove possa arrivare la forza umana di sostenere il peso del martirio, prima che la morte arrivi a finirlo.
I superstiti non dimenticheranno mai il dolore vissuto.
Il lettore capirà dalle vicende raccontate con grande realismo nel romanzo che la sofferenza, questa volta, non è solo una finzione.
Luigi Panzardi