Da ogni parte del mondo il meglio della letteratura di tutti i tempi
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Grazia Deledda – Cenere
0Cenere ha come protagonisti un figlio, una madre, l’isola e il groviglio di sentimenti che accompagnano le vicende di ognuno. Centrale nella trama è il giovane Anania, vicino al riscatto sociale, lacerato dalla vergogna e dai dubbi legati all’abbandono da parte della madre. Nel 1916, Febo Mari, nome d’arte del messinese Alfredo Giovanni Leopoldo Rodriguez, regista e attore, interpretò il ruolo del giovane Anania in una pellicola muta in cui Eleonora Duse recitò la parte della madre. Fu l’unica interpretazione cinematografica della famosa attrice teatrale. La pellicola, restaurata di recente, ha la durata di circa trenta minuti e la forte mimica espressiva degli attori, secondo i canoni cinematografici del momento, sottolinea i sentimenti e le emozioni dei protagonisti.
Grazia Maria Cosima Damiana Deledda, nota come Grazia Deledda, nasce a Nuoro il 28 settembre 1871. Muore a Roma il 15 agosto 1936. Insignita del Premio Nobel nell’anno 1926, ancora oggi è l’unica donna italiana ad avere ricevuto il Nobel per la Letteratura.
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Grazia Deledda – La madre
0La Madre di Grazia Deledda esce nel 1920 come opera completa presso i Fratelli Treves di Milano. L’anno prima il romanzo era uscito a puntate su una rivista, cosa molto in uso in quegli anni. Questa edizione lo ripropone in versione riveduta e corretta, e ne cura gli aspetti grafici.
Il libro narra i drammi interiori di Paulo, giovane sacerdote di un piccolo paese sardo, che vive la passione per la bella Agnese. E la madre avverte il peso delle emozioni effimere e delle forti paure quasi in simbiosi con il figlio, sino all’epilogo finale. Il vissuto dei personaggi è sempre in bilico tra obblighi e difficoltà a reggerli.
Grazia Maria Cosima Damiana Deledda, nota come Grazia Deledda, nata a Nuoro il 28 settembre 1871, morì di tumore a Roma il 15 agosto 1936. Insignita del Premio Nobel nel 1926, è l’unica donna italiana ad avere ricevuto il Nobel per la Letteratura.
Proveniente da una famiglia piccolo-borghese e con un’istruzione da autodidatta, cercò costantemente di migliorare la sua conoscenza della lingua italiana. Dopo il matrimonio, nel 1900 si trasferisce a Roma: qui conoscerà autori e correnti artistiche che ne influenzeranno la notevole produzione letteraria.
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José Martiniano de Alencar – Iracema
0Pubblicato nel 1865, Iracema è una sorta di «poema in prosa», il secondo romanzo della cosiddetta «trilogia indianista» dello scrittore (gli altri furono O guarani, 1857, e Ubirajara, 1874): un’opera famosissima in Brasile, dove ha ispirato dipinti e monumenti, un’opera lirica, film, tele e radionovelas e fumetti, mentre il nome della protagonista — che è l’anagramma di America — è oggi piuttosto diffuso nella popolazione brasiliana. Ambientato nel vasto territorio dell’allora Capitania del Ceará circa nel 1612, all’epoca dell’espansione delle colonie portoghesi in Brasile, esso narra in 33 brevi capitoli l’infelice storia d’amore tra il «guerriero bianco» Martim Soares Moreno (personaggio realmente esistito, al quale si deve tra l’altro l’erezione del primo forte sul luogo dove sarebbe sorta la città di Fortaleza) e la principessa indigena Iracema, la «vergine dalle labbra di miele», figlia di Araquém, il pajé (sacerdote, stregone) della tribù tabajara. Nella vicenda sono presenti anche altri personaggi storici, come i capi degl’indios pitiguaras Jacaúna e Camarão e quello dei tabajaras Irapuã.
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Loredana De Vita – Cultura e culture. La pluralità dei centri.
0Scrivere, parlare, pensare, agire: tutto esprime cultura. Cultura non è solo conoscenza, ma consapevolezza della propria realtà che si apre al confronto con realtà che sembrano lontane. Cultura è rivelare la propria visione che si arricchisce della dimensione dell’altro. Gramsci è maestro e guida in questo percorso; egli intuisce che il ruolo della cultura in una società non è quello di conservare e preservare per sé la conoscenza, ma di fornire gli strumenti per mettersi continuamente in gioco e scoprire il proprio posto nel mondo e nel tempo allo scopo di costruire relazioni tra le persone: «Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto», dice. Solo così cuore, cervello e azione danno senso alla vita.
Mi chiamo Loredana De Vita e vivo a Napoli. Grazie alla conoscenza delle lingue ho scoperto l’amore per la cultura e l’accoglienza che cerco di mettere al centro della mia vita. Ho scritto diversi saggi e un romanzo appassionandomi ai temi che riguardano la scuola, la relazione giovani/adulti e la condizione femminile. Penso che la cultura renda condivisibile l’unicità di ciascuno.
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Matilde Serao – Il ventre di Napoli
0“…Hanno trent’anni e ne dimostrano cinquanta, sono curve, hanno perso i capelli, hanno i denti gialli e neri, camminano come sciancate, portano un vestito quattro anni, un grembiule sei mesi.
Non si lamentano, non piangono: vanno a morire, prima di quarant’anni, all’ospedale, di perniciosa, di polmonite, di qualche orrenda malattia. Quante ne avrà portate via il colera!”
Il Ventre di Napoli, come scrive la stessa Serao nell’introduzione, si compone di tre parti: la prima, scritta nel 1884, in seguito all’epidemia di colera che colpisce la città; la seconda e la terza, vent’anni dopo. Nella seconda parte, in modo particolare, la Serao mette a confronto la città del 1884 e quella del 1904 per analizzare i cambiamenti prodotti dallo “sventramento” decretato dal governo Depretis. L’opera è un reportage appassionato, e non enfatico, sulle ferite non sanate della città, sulle condizioni miserrime, sulle abitudini, sulle grandi virtù e sui vizi del popolo napoletano.
Questa edizione presta grande attenzione filologica al testo e propone una veste grafica e redazionale particolarmente curata.
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Maurizio Nascimbene – Philippe Jaccottet, Un poeta «qui creuse dans la brume»
0Il cammino letterario di Philippe Jaccottet è un qualcosa di vivo che s’inserisce pienamente nel proprio tempo, ma trova radici nel passato più remoto e getta uno sguardo sul futuro più lontano. È l’uomo a tutto tondo il vero protagonista di queste pagine, e ciò che lo circonda viene compreso in quanto insieme di leggi e di forze che vi interagiscono. Jaccottet porta a frutto l’esperienza di tanti prima di lui (presenti in questo studio dal respiro comparatistico che presta altresì attenzione al patrimonio religioso dell’umanità, dai miti della Creazione ai dogmi monoteisti), grazie a un procedere semplice che diviene il fulcro della potenza del messaggio: l’ignoranza (emblema del suo modo di rapportarsi alle realtà investigabili e non del mondo) lo trasforma in un voyant in grado di penetrare nell’oscurità delle cose per scorgerne la luce nascosta.
Maurizio Nascimbene, nato a Voghera, vive a Torino ed è dirigente presso una grande industria internazionale. Nel febbraio 2019 ha pubblicato con Nulla die il romanzo Un Gran Bel Paese.
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Vincenzo Fiore – Emil Cioran
0«Sovversivo è solo quello spirito che mette in dubbio l’obbligo di esistere; tutti gli altri, anarchico in testa, scendono a patti con l’autorità costituita» (Il funesto demiurgo).
Nato nel 1911 in un villaggio sperduto fra i Carpazi, Emil Cioran già dal suo esordio letterario con Al culmine della disperazione dichiara di aver chiuso i conti con la «filosofia ufficiale». Il pensatore romeno non elaborerà mai una nuova dottrina o una visione del mondo, e rivendicherà per tutta la vita la sua «inutilizzabilità». Una strage delle illusioni e uno smascheramento senza pari nella storia delle idee, volti all’eliminazione del profeta che si nasconde in ogni uomo. Pertanto, la filosofia di Cioran non sarà altro che un esercizio di de-fascinazione e la scrittura si rivelerà una terapia volta a sopportare l’esistenza, nel vano tentativo di riscattare la dolcezza anteriore alla nascita. Il testo ripercorre e analizza lo stretto rapporto fra biografia e pensiero in Cioran, soffermandosi sui temi teoretici del me phynai, di Dio e del suicidio. In appendice: una lettera inedita del filosofo, un articolo della giornalista Carol Prunhuber, e alcuni ritratti fotografici di Vasco Szinetar.
Vincenzo Fiore (Solofra, 1993) si è laureato e specializzato in Filosofia presso l’Università degli studi di Salerno, è membro del Progetto di ricerca internazionale dedicato a Emil Cioran. Si è occupato delle interpretazioni totalitarie di Platone pubblicando il saggio Platone totalitario (Historica, 2017). Scrive per le pagine culturali de Il Quotidiano del Sud e de Il Corriere dell’Irpinia e collabora con diverse riviste. Con Nulla Die ha già pubblicato il romanzo Nessun titolo (2016) ed è in corso di ripubblicazione il suo esordio letterario Io non mi vendo.