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Gioacchino Di Bella – Folgori di seta

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ISBN: 9788869156816

9,00 15,00 

Haiku Nulla Die, 144 pagine.

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Descrizione

In soli diciassette battiti di sillabe, Gioacchino Di Bella compone un diario poetico che attraversa anni, volti, crisi e rinascite. Folgori di seta è una raccolta sorprendente e accessibile, capace di parlare a ogni lettore: uno sguardo tagliente e poetico sul mondo, fatto di frammenti, immagini, intuizioni. Ispirato alla grande tradizione giapponese, ma profondamente radicato nel nostro presente, questo libro mescola spiritualità, impegno civile, dolore e bellezza. Ogni haiku è una scheggia di verità, un lampo che illumina l’inquietudine e l’incanto della vita.

Una lettura densa, per chi cerca emozioni autentiche, riflessioni fulminee e poesia che pulsa nel cuore dell’oggi.

Gioacchino Di Bella, nato a Salemi (TP) nel 1966, è docente di Lettere nella scuola secondaria di primo grado. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, con importanti riconoscimenti in ambito letterario.

Tra i suoi libri: Considerazioni, riflessioni e… poesie (1990), Tracce di me a occidente (2022), Liù, il gatto che ruggiva (2022), Ho colto ovunque semi di poesia (2024), Odi della seconda poetica (2024) e Terra chi teni lu me cori (2024).

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1 recensione per Gioacchino Di Bella – Folgori di seta

  1. Salvatore Giordano Admin

    Folgori di seta di Gioacchino Di Bella

    La leggerezza del lampo, il peso del silenzio

    C’è una poesia che non urla, ma lascia il segno. Che non descrive, ma evoca. Che non spiega, ma apre brecce nel tempo. In Folgori di seta, Gioacchino Di Bella attraversa la forma breve per eccellenza — l’haiku — con passo fermo e cuore vibrante, restituendoci 132 istantanee che illuminano l’ombra, toccano il presente e ne colgono i battiti più segreti.

    Questi haiku, fedeli nella struttura ma liberi nello spirito, parlano di stagioni interiori, disillusioni collettive, affetti e distacchi, guerre e speranze. Sono versi che nascono dall’urgenza, dall’osservazione lucida e dalla consapevolezza che la bellezza, per essere tale, deve saper convivere con il dolore. Di Bella prende la lezione dei maestri giapponesi — Bashō, Buson, Issa — e la filtra attraverso lo sguardo di un autore contemporaneo che conosce la fragilità del mondo e ne scrive senza retorica.

    Il titolo, Folgori di seta, è già una dichiarazione di poetica: il lampo che squarcia e la seta che accarezza si fondono in una tensione che percorre l’intera raccolta. Ogni componimento è un frammento, una ferita, una carezza, una domanda senza risposta che chiede solo di essere sentita.

    Nel panorama attuale, dove la parola spesso si diluisce, questa silloge si impone per essenzialità e densità. È un libro da leggere a piccoli sorsi, da sfogliare e risfogliare, perché ogni haiku è un piccolo mondo, una pagina bianca su cui il lettore proietta la propria ombra.

    Con Folgori di seta, Gioacchino Di Bella conferma la sua voce poetica matura, sensibile, radicata nel vissuto ma aperta all’invisibile. Una voce che non cerca di dire tutto, ma riesce a dire l’essenziale.

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