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Alessio Martini – Salvare i naufraghi

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ISBN: 9788869154140

8,00 15,00 

Romanzi Nulla Die, 145 pagine.

Categoria:

Descrizione

Fronte russo, 1943.

Un treno armato della Regia Marina riceve l’ordine di spostarsi dalla base di Jalta al fronte del Don, ma prima che giunga a destinazione l’armata italiana ivi schierata è annientata e il treno resta fermo e senza ordini in una sperduta stazioncina.

In un giorno di gennaio, il comandante del treno s’im-batte in una ragazza russa, che dice di chiamarsi Svetlana: gli ricorda che un ufficiale di marina ha il dovere di salvare un naufrago e lo prega di salvarla, perché è in pericolo come un naufrago in mare.

La manipolazione, la fascinazione, l’inganno, la reticenza dominano i rapporti fra il comandante, Svetlana, gli altri ufficiali presenti sul treno e l’abile servo che fornisce cibo e vestiti alla ragazza.

La cornice storica inquadra una narrazione tersa e raffinata che affronta i temi del potere e della violenza, della guerra che trascina nella barbarie tutte le parti in lotta, dell’ambiguità delle ideologie. In un contesto del genere, la salvezza non deriva da un gesto di pietà: è solo espressione del potere e figlia di una casualità eccezionalmente fortunata.

Alessio Martini è il nom de plume di uno scrittore genovese.

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1 recensione per Alessio Martini – Salvare i naufraghi

  1. Caterina

    È un romanzo storico e militare, ambientato sul Fronte Russo nel 1943, incredibilmente attuale e scritto con l’eleganza dei grandi romanzi novecenteschi: consiglio a tutti di leggerlo.
    L’atmosfera di attesa di un qualcosa che non accade mai richiama Il deserto dei Tartari e anche Cuore di tenebra; ma la narrazione è sempre coinvolgente e riesce a evocare in modo davvero suggestivo gli orrori della guerra.
    Ma nonostante la scelta di un’accurata cornice storica, sono certa che sia anche un “romanzo a chiave”: il titolo è volutamente ambiguo, il naufragio è una metafora, non avviene solo nel mare aperto, ma anche nel mare della depressione, come è scritto esplicitamente nella dedica che apre il testo. Un intero capitolo -estremamente teso – è dedicato al suicidio in mare del padre del protagonista e alla viltà dei familiari e degli amici che si voltano dall’altra parte e lo lasciano morire senza fare assolutamente nulla.
    Penso che l’idea narrativa sia nata da un’esperienza personale di depressione, causata dalla donna adombrata nella dedica.
    Caterina

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