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Viviana Bertoldo – Il sapore dell’uvetta
0Le persone prive d’un briciolo di consapevolezza dolorosa dicono che con il tempo ogni strappo è destinato ad aggiustarsi.Ma, ammesso che si possa rimarginare la memoria di una ferita, i lembi dell’anima non andranno più a coincidere perfettamente come prima. Mai più.Carla, dopo la separazione dal marito, si è chiusa in se stessa, ha innalzato un muro di vetro tra sé e la vita. Il suo ultimo incontro con lui, colpito da un male incurabile, è marchiato dalla frustrazione e da una promessa strappata al rancore… Il sapore dell’uvetta racconta le ferite che ognuno porta sempre con sé, fossili segregati dentro a prigioni di pietra. Ma è anche la storia di un viaggio dell’anima alla ricerca dell’altro, di un’esistenza condivisa della quale l’amore non è che la chiave di lettura capace di abbattere ogni difesa, di sgretolare i macigni dell’orgoglio e dell’indifferenza, delle parole non dette e dei gesti mai fatti. Viviana Bertoldo vive a Malo (Vi), dove è nata nel 1982. Ha pubblicato il saggio filologico Carteggio Fogazzaro-Moschini presso l’Accademia Olimpica di Vicenza. Questo è il suo primo romanzo.
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Renato Modica – I reclusi di Via Cimabue
0Troppe riforme della scuola Superiore negli ultimi quarant’anni. Sanatorie per i precari, modifiche continue degli esami di maturità e variazioni sul tema della didattica. La pandemia da Covid 19 ha inasprito il carico di incombenze burocratiche e gli insegnanti, nel frattempo, sono divenuti sempre più anziani e costretti a sperare di potersi pensionare con qualsiasi modalità che li faccia sfuggire dal «traguardo» dei 67 anni. Il rapporto sempre più conflittuale fra insegnanti e alunni, fra insegnanti e genitori, l’Autonomia, l’Alternanza scuola-lavoro, la carriera, gli esami di Stato sono qui rappresentati con scanzonata ironia.
Qua e là fra le righe suggerimenti e proposte per una scuola scevra da continue riforme, fondata su una migliore selezione dei docenti e su edifici scolastici in piena efficienza e sicuri.
Renato Modica è entrato nell’istituzione scolastica con un raro concorso ordinario e ha insegnato nella scuola superiore per 33 anni. Ora è in pensione grazie a «quota cento», ma nella vita avrebbe voluto fare tutt’altro.
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Marina Di Guardo – L’inganno della seduzione
0La solita mattina umida e nebbiosa. La stazione affollata di pendolari, il treno sporco e fatiscente, la corsa per un posto a sedere. Tutto come da copione.Ma per Giorgia quel giorno sarà diverso da tutti gli altri.Conoscerà, in circostanze drammatiche, Angelo, un trans gender siciliano, lontano da lei anni luce ma inaspettatamente simile per vissuto e attitudini.L’incontro cambierà entrambi: faccia a faccia, come davanti a uno specchio, saranno costretti a fare i conti con le comuni nevrosi. Prima fra tutte la compulsiva necessità a sedurre, foriera di illusioni e fallimenti.Insieme, dopo dolorose scoperte e celati ricordi, raggiungeranno una maggiore consapevolezza di se stessi e dei propri autentici bisogni.Fino all’inaspettato epilogo che cambierà per sempre le loro scelte di vita.Marina Di Guardo nasce a Novara nel 1961. Nel 1974 un suo tema viene letto, davanti a tutta la classe, dalla professoressa preferita delle medie. Da quel momento la passione per la scrittura non la abbandonerà più. Trentotto anni più tardi, dopo un congruo periodo di riflessione, esce il suo romanzo di esordio, “L’inganno della seduzione”.
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Salvatore Giordano – Ustica
0Nell’atmosfera decadente ed elegante della pensione “Alla Bastiana” si incontrano diversi clienti, lì capitati ciascuno per proprio conto e per i motivi più disparati. Un caso capriccioso li ha messi insieme, come a costringerli sullo stesso palcoscenico: ad accomunare i personaggi, pur eterogenei, un passato e un presente ricchi di contraddittorie analogie e insostenibili differenze. Attraverso le loro vicende “private”, si dipanerà una storia colma di riferimenti costanti e ineludibili al clima sociale e politico degli ultimi decenni d’Italia.
Alcuni personaggi si ergono a narratori: pur soccombente, una voce prevarrà sulle altre assoggettandole o seducendole.
Centrale nella narrazione è la comparsa della bella domestica Beija, giovane immigrata, che guarderà con “occhi vergini” — del tutto digiuni dei fatti e misfatti italiani — a una realtà che, proprio perché ovvia, sfugge a personaggi più smaliziati o abituati agli intrighi. Il vecchio Marcello stabilirà con lei un legame speciale e pure gli altri ospiti della pensione rimarranno ammaliati dal fascino della donna: ciascuno alla sua maniera, nel relazionarsi con lei, amandola, detestandola, strumentalizzandola o ignorandola, manifesterà la sua vera essenza.
Un’Ustica inconsueta — invernale e ammantata di pioggia — fa da proscenio all’Italia contemporanea che si interroga sulle stagioni dell’oggi e del futuro.
Salvatore Giordano, editor, saggista e scrittore, è sociologo e insegna Scienze sociali.
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Gianni Gardon – Verrà il tempo per noi
0Alla fine degli anni novanta un gruppo di amici compie scelte importanti riguardo al futuro, in¬trecciando sogni e musica. Claudio fonda un pub; il musicista Johnny dà vita a un gruppo destinato alla notorietà; Riccardo mira a una Londra da mito; insieme assistono in presa diretta ai cambia¬menti di costume. In una sorta di viaggio di formazione tra slanci ideali, pericolose cadute, delusioni e amori totalizzanti, questi ragazzi oltrepasse¬ranno la linea d’ombra che li condurrà all’ingresso nella vita adulta.Alle loro si incrociano le vite di altre persone: Vale, ragazza madre e vittima di abusi; Michele che tenta una carriera da calciatore; Ketty, solare ed estroversa, e Davide che lega la sua esistenza a quella di Valeria.Di tutti loro il destino metterà in discussione la volontà e la determinazione, il libero arbitrio e le possibilità di scelta.Il tempo saprà consolare, per poi generare e nutrire una speranza di vita nuova.Gianni Gardon, classe 1977, è giornalista sportivo e musicale oltre che educatore e formatore. Specializzato in teatro terapia, ha scritto e diretto opere teatrali interpretate da attori con disagio psichico.