Descrizione
Calzari di porpora è un viaggio poetico intimo e universale, nato dal bagaglio esperienziale di una donna che, a cinquantun anni, decide di abbracciare una nuova fase della sua vita. Con il sostegno della figlia adolescente, l’autrice ritrova la voce nascosta nelle poesie custodite a lungo nei cassetti, intraprendendo un percorso che mescola ricordi, emozioni e riflessioni profonde sulla condizione umana.
Le liriche attraversano i paesaggi dell’anima, affrontando temi come la memoria, l’amore, la perdita e la resilienza. Nei versi si scorgono figure potenti e delicate: l’alfiere traditore, la madre prematuramente scomparsa, una figlia in crescita e una donna che si riscopre, passo dopo passo, indossando metaforicamente quei “calzari di porpora” che simboleggiano forza e rinascita.
Con una voce empatica e autentica, Clorinda Del Vecchio invita il lettore a riflettere su emozioni profonde e universali, trovando nei suoi versi un rifugio e uno specchio di vita. Una raccolta che celebra il coraggio di affrontare i dolori del passato, di scoprire nuovi orizzonti e di vivere appieno la giostra della vita.
sapovit –
Non ho ancora acquistato il libro, tuttavia ho scoperto su una pagina di Instagram una splendida poesia di questa autrice, ed ho voluto condividere la mia impressione.
Mi ha molto affascinato perché propone al lettore un contenuto di natura classica vestito di un linguaggio moderno assolutamente fruibile.
E’ facile incontrare su Instagram autori che scimmiottano i poeti sette od ottocenteschi.
Mentre la nostra autrice ci propone l’attualità della lingua attorno a storie e personaggi che richiamano alla mente il passato.
elisa.giusto –
La splendida e intensa silloge “Calzari di porpora” dell’autrice Clorinda Del Vecchio è una raccolta di poesie di rinascita, resilienza e fioritura dedicata alla figlia adolescente e a tutte le donne.
La silloge si apre con una poesia contro la guerra, il cui explicit lascia senza fiato e commuove profondamente:
“Chissà se ho sognato
di esser bambino,
a un tratto avevo un fucile
e un cadavere vicino.”
Questo componimento di apertura tratteggia lo scenario di un mondo in cui non sembra esserci posto per la serenità e l’amore, in cui una madre teme per i propri figli, specie se nel fiore degli anni, perché vorrebbe tenerli lontano da ogni dolore e bruttura, conservandone la spensierata purezza.
L’autrice osserva la crescita della figlia, che ormai è una donna in boccio che non si lascia oscurare da chi la vorrebbe spegnere:
“quando la gente ferisce il tuo fiorire,
ma fiera ti rialzi
e non ti lasci appassire”
Insieme a lei ri-fiorisce verso una speranza di amore e di bellezza.
“Anche tu, mia dolce fanciulla,
così finemente vestita,
aspetti che giunga Amore,
candida e un po’ intimidita.”
Iniziare ad “amarsi davvero” è assai difficile, specie dopo profondi dolori, battaglie interiori, abbandoni inaspettati. La poetessa parla a tutte le donne invitandole, come ha fatto lei, a dare una seconda possibilità alla vita, riemergendo dai propri abissi e ritrovandosi.
Ed è proprio l’adorata figlia sedicenne che dona alla madre “calzari di porpora
per giocare una nuova partita”.
Lo scorrere del tempo è inesorabile e le rughe segnano le impronte di un’esperienza sempre crescente, la scrittrice lascia questa esortazione, da far propria in ogni momento della vita:
“sappi trovar te stessa,
fai correre fiero il tuo IO.”
Invita poi a non confidare il proprio dolore a lupi travestiti da agnelli o a individui nei quali regna la “dea menzogna”. È necessario proteggersi e circondarsi di persone dal cuore puro, simile a quello dei bambini.
Non è facile lasciarsi alle spalle il passato e non dare più potere al dolore che circolare ritorna, ma lo sguardo dei figli sa donare la forza per vivere positivamente, uscendo dai perenni inverni in cui la sofferenza sovente trattiene.
Le grida silenti d’aiuto che lancia una persona invasa dal dolore, le può sentire solo chi ha vissuto o sta vivendo una sofferenza simile, questo libro è dedicato a tutte le anime affini all’autrice che, leggendolo, avvertiranno una profonda carezza empatica che dona serenità.
“solo chi ha il tuo stesso sentire,
può riconoscere un grido sincero.”
Nella stupenda e importante poesia dal titolo “Un uomo qualunque”, Clorinda si rivolge a tutte le donne, incoraggiandole a denunciare ogni violenza fisica e psicologica e ogni sopraffazione, a volare libere e a essere tutto ciò che desiderano e sognano.
“Solo oggi, da grande, ho capito
quanto può frustrazione ferire,
quanto un padre, un compagno, un marito
son capaci, con freddezza, a colpire.
Ma tu, donna, non avere paura
non castrare la tua vena migliore
per dar figli a un patriarca avvilito
che di annientarti non avrà alcun pudore.”
Nei componimenti poetici “Amicizia”, con cui si conclude la silloge, e “Coppe di uva sultanina”, dedicata alla figlia, traspare fortemente l’amore per la cultura classica della poetessa, che regala delle raffinate perle intrise di incanto, che rilucono dell’eterna bellezza del mito e della filosofia antica.
Consiglio a tutti questa raccolta poetica colma di eleganza e sensibilità che invita ad amarsi, a fiorire e a splendere e a provare tutti insieme a cambiare un mondo in cui regnano violenza e prevaricazione.